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In una vecchia casa ho trovato dei libri ed uno in particolare ha suscitato la mia curiosità “La nostra casa” di Lina Rini Lombardini, “economia domestica per le scuole popolari” datato 1955.

Un testo per “signorine” in cui si insegna loro come organizzare la casa, come arredarla, come tenerla pulita e come essere una brava “padrona di casa”, nonché come curare la propria persona e perfino tra quali lavori scegliere.
Mi ha incuriosito a tal punto che, nonostante i suoi quasi 60 anni, l’ho letto tutto!
Professionalmente l’ho trovato interessante, soprattutto i capitoli sulle “stanze”.
La prima parte si intitola “Ordine e pulizia ovunque”.

Ma cominciamo dall’inizio, dal cosiddetto preludio “Amare la casa”. L’autrice scrive “Abbi cura che la casa sia arredata in modo che risponda non solo al bisogno, ma alle condizioni materiali e alla sensibilità spirituale di chi la abita. Può essere bella anche se modesta. Prima condizione per una casa bella è l’ordine […]. Ordine è armonia: mezzi semplici; tocchi accurati nella simmetria d’un ben ordinato ambiente […] Forme, linee e colori: il colore soprattutto con la sua varia intensità diviene elemento decorativo; attenta alla legge delle proporzioni.
Non sembra un bel “manifesto” per l’home staging?

Continuando nella lettura si arriva al capitolo I “Le Stanze” in cui si spiega come arredarle, e si forniscono piccoli consigli su salute, bellezza e restyling di vecchi arredi.
La prima è l’anticamera, uno spazio che ormai non esiste quasi più negli alloggi moderni. Ecco cosa scrive la professoressa Lombardini: “E’ un ambiente indispensabile per non introdurre subito l’estraneo nell’intimità della casa. Arredala con cura perché rivela il carattere dell’intera casa, anche quello dei suoi padroni, nei loro gusti, nella loro più o meno fine natura.
E’ piccola? Allargane gli sfondi con specchi; mettivi solo l’indispensabile: un attaccapanni (che va sempre lasciato sgombro per gli ospiti), un portaombrelli, un paio di sgabelli, lo stuoino e, se vi sta, una cassapanca con sopra un vaso di rame con foglie verdi o un piatto di peltro.
L’anticamera è scura? Intonaca le sue pareti di tinta chiarissima, uniforme: molto adatto il bianco avorio. Illuminala dall’alto con luce che si riverberi dal soffitto. […]”
Certi consigli sono sempre validi anche dopo 60 anni.
Come architetto penso che sia un ambiente da rivalutare e a cui ridare il giusto decoro, sia esso grande o piccolo (diciamo quasi inesistente).
Come Stager vale la pena di ricordare che è il primo spazio in cui il potenziale acquirente si trova e considerando che la decisione viene presa entro i primi 90 secondi della visita direi che è fondamentale che si presenti al meglio.

Tra i “Piccoli consigli” che l’autrice dà c’è il paragrafo “Armonia di linee e colori. […] Per dare alle stanze una luce più diffusa, attenta alla scelta della tappezzeria o comunque al colore delle pareti; la tinta unita toglie gaiezza; ma se la scegli fantasia devi curare che il colore predominante si intoni a quello dei mobili. Eccoti accordi armoniosi: rosso vino vecchio e giallo oro, blu notte e giallo, blu cenere e grigio argento, rosa e bianco. […]“
Suggerimento sempre valido, magari rivisitato in ottica più moderna ed adeguato all’evoluzione dei materiali utilizzati per la progettazione d’interni.

E’ interessante leggere le pagine di questo testo, i capitoli sono un po’ lunghi così ho deciso che per non sintetizzare troppo tornerò sull’argomento in altri post.
Se la cosa vi incuriosisce vi do appuntamento alle prossime pagine in cui “leggerò” la parte che riguarda le camere.

I testi riportati sono tratti da “La nostra casa” di Lina Rini Lombardini, “La scuola” Editrice, Brescia, 1955.

Per leggere gli altri post sul libro:
“La nostra casa” – parte 2
“La nostra casa” – parte 3

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