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Negli ultimi tempi si è visto che nel mercato immobiliare è stato rivalutato l’usato a discapito del nuovo.
Da vari fronti abbiamo visto arrivare proposte su come valorizzare il mercato delle nuove costruzioni, dall’appartamento campione alle foto professionali di immobili vuoti.
La situazione attuale però è che pochi costruttori decidono di investire su nuove tecniche di marketing fronteggiando il momento di crisi.
Se da un lato è comprensibile la loro posizione di non affrontare ulteriori spese in una situazione economicamente difficile, dall’altro lato perché, non facendo nulla, qualcosa dovrebbe cambiare negli invenduti che “ristagnano” ormai da qualche anno?
Il potenziale acquirente oggi per svariati motivi (lavoro precario, mutui, ecc. ecc.) ha a disposizione cifre diverse rispetto al passato ed è diventato molto più esigente.
Recentemente ho letto vari articoli in merito alla necessità di modificare le strategie di vendita per i complessi in costruzione e sulle nuove tendenze a questo proposito del mercato immobiliare.
L’ultimo in ordine di tempo è “Il design «chiavi in mano» conquista spazi” pubblicato sul supplemento, Casa24 Plus, del Sole 24 Ore il 6 giugno scorso.
Un’analisi che riguarda l’usanza consolidata, soprattutto all’estero, di vendere immobili di nuova costruzione completi di arredo messa a confronto con ciò che accade in Italia.
La giornalista, Giovanna Mancini, scrive “In Italia questo modello di offerta abitativa è meno diffuso che altrove e interessa per lo più la sfera del pregio, che comprende in genere progetti «chiavi in mano» affidati da privati a studi di architettura o ad aziende del design che forniscono la completa gestione e supervisione di un progetto abitativo: dall’ideazione del concept al suo sviluppo, dal coordinamento delle maestranze alla fornitura degli arredi, fino alla cura delle finiture. Più sulla carta che nella realtà sono per il momento i progetti di social housing che prevedono la fornitura di arredi di qualità a prezzi calmierati. Mentre inizia ad affermarsi il modello «multiapartment» in stile anglosassone: complessi residenziali (in genere di livello medio-alto o di lusso) i cui appartamenti, grazie ad accordi tra developer e aziende dell’arredo, sono venduti o affittati del tutto o in parte ammobiliati, con la possibilità di scegliere o personalizzare dettagli e finiture.”
L’articolo continua “Si tratta di un mercato potenzialmente interessante secondo Guido Lodigiani, responsabile Ufficio studi del portale Immobiliare.it: «Non siamo in grado di registrare l’incidenza, sul totale degli annunci, di appartamenti nuovi proposti già arredati – spiega –. Ma l’impressione è che il numero stia aumentando». In un momento di contrazione del mercato immobiliare proporre abitazioni dotate di alcuni mobili, possibilmente prodotti da marchi noti e affidabili, risulta essere un incentivo per i clienti. «In genere – conferma Lodigiani – grazie a convenzioni con le aziende produttrici di arredo, i costruttori forniscono le cucine, che sono il bene meno trasferibile da una casa all’altra e che spesso richiedono adattamenti su misura». Fornire la cucina assieme all’appartamento diventa dunque un servizio per i potenziali clienti che, aggiunge Lodigiani, «percepiscono il valore aggiunto non solo del bene in sé, ma anche della comodità di trovare già pronto un ambiente della casa, in genere con prodotti di qualità che, se acquistati e installati per conto proprio, costerebbero di più in termini sia di prezzo sia di tempo». Un servizio che, secondo Lodigiani, non incide più di tanto sul valore al metro quadrato dell’immobile, ma può rivelarsi un interessante elemento di «co-marketing», di promozione dell’immobile.”
I concetti esposti in teoria funzionano, ma quanto sono applicati dal “piccolo o medio” costruttore che opera in provincia?
Molti imprenditori sono ancorati ai loro capitolati, sempre uguali a sé stessi da anni, altri da qualche tempo hanno tagliato alcuni costi e sempre più spesso gli appartamenti vengono consegnati privi di tinteggiatura.
I potenziali acquirenti si accompagnano a visitare immobili in cui lo sporco regna sovrano, alle pareti sono appesi gli schemi di posa, sul pavimento sono accatastati i pacchi di scorta delle pavimentazioni e nei giardini pertinenziali le erbacce hanno preso il sopravvento.
Alcuni costruttori, però, hanno compreso l’importanza delle nuove tecniche di marketing e di presentare al meglio gli immobili, ed agendo di conseguenza hanno potuto constatare la validità delle teorie.
Ultimamente si cominciano a vedere annunci in cui l’immobile in costruzione viene venduto completo di cucina o parete attrezzata con il riferimento al marchio utilizzato come parte del capitolato, ma spesso si tratta di grandi complessi e come dice l’articolo nella sfera di pregio.
Sembra proprio che qualcosa possa cambiare e che l’Home Stager possa fare il suo ingresso in cantiere!
Per leggere l’articolo “Il design «chiavi in mano» conquista spazi”
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“Home staging e immobili vuoti”
“Immobili vuoti e mercato immobiliare. La proposta dell’Home Stager“